Skip to content
21 Maggio 2025
  • Connessioni su Facebook
  • Il CMTF su Facebook
  • Il CMTF su YouTube
  • Il CMTF su Linkedin
  • Email
  • Telegram

Connessioni Web

La rivista telematica del Centro Milanese di Terapia della Famiglia

Primary Menu
  • Home
  • La Redazione
  • Il Comitato scientifico
  • Contributi
    • Articoli
    • Metalogos e Connessioni
    • Video dal Web
    • Lenti sistemiche
  • Rubriche
    • Territori sistemici
    • Dal mondo sistemico
    • Vita del CMTF
    • LettureI libri scelti dalla Redazione
  • Archivio
    • Connessioni Nuova Serie 2017-2023
      • Numero 1 (giugno 2017)
      • Numero 2 (dicembre 2017)
      • Numero 3 (giugno 2018)
      • Numero 4 (dicembre 2018)
      • Numero 5 (giugno 2019)
      • Numero 6 (dicembre 2019)
      • Numero 7 Speciale COVID-19 (giugno 2020)
      • Numero 8 (dicembre 2020)
      • Numero 9 (giugno 2021)
      • Numero 10 (dicembre 2021)
      • Numero 11 (giugno 2022)
      • Numero 12 (dicembre 2022)
      • Numero 13 (giugno 2023)
      • Numero 14 (dicembre 2023)
    • La rivista di carta 1997-2016
  • Norme editoriali
  • CMTF Editore
Scrivici
  • Home
  • 2024
  • “Caro Gianfranco ti scrivo” / 3
  • "Caro Gianfranco ti scrivo"
  • 2024

“Caro Gianfranco ti scrivo” / 3

A vent'anni dalla morte, uno spazio per ricordare Gianfranco Cecchin.
Terzo appuntamento: Enrico Cazzaniga e Fabio Sbattella.
Rivista Connessioni 24 Luglio 2024 3 min read

Condividi:

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Telegram
  • E-mail
  • WhatsApp
image_pdfScarica in pdf

A cura di Gianluca Ganda e Walter Troielli

Due parti di un unicum

di Enrico Cazzaniga

Dal punto di vista dell’apprendimento e della relazione che ho avuto non c’è, per me, nella memoria Gianfranco Cecchin, ma Boscolo-Cecchin, due nomi strettamente embricati da suonare come se fosse un unicum formato da due parti. Non riesco a separare l’uno dall’altro, posso tentare qualche distinzione dedicando, in questa particolare occasione, lo spazio a Gianfranco.
Uno dei tanti insegnamenti che ho fatto mio è l’idea che le idee possono cambiare e che la terapia sia una sorta di delirio che fa pensare ai terapeuti di poter essere di aiuto anche quando certe idee sono dure a morire. La terapia quindi possiamo intenderla come un dispositivo relazionale dove si sperimentano nuovi accoppiamenti idee-emozioni stando a vedere l’effetto che fa.
Quando osservavo Gianfranco, comprese le volte che sono stato al suo fianco in terapia, ho intuito come l’irriverenza avesse tra i suoi migliori effetti l’ironia che accompagnata alla curiosità genuina e onesta che sosteneva le sue domande, faceva percepire il rispetto che ogni terapeuta deve avere verso le molteplici forme di vita altrui.


Un medico dal cuore grande

di Fabio Sbattella

Molti ricordano Gianfranco per la sua voce speciale. Una parlata veloce e modulata, in cui si mescolavano accento veneto e inflessioni di un inglese statunitense. Anche io lo ricordo con questa voce speciale, nelle lunghe conversazioni al Centro, dopo le terapie, o seduti all’aperto, presso uno dei bar all’italiana che circondano via Leopardi.
Anche il suo sguardo era memorabile. Uno sguardo pungente, rapido, per lo più sorridente. Chi legge solo i suoi scritti forse perde qualcosa di cruciale per comprendere ed imparare l’arte della psicoterapia.
Una relazione che cura e si prende cura non può prescindere dall’impatto emotivo che il corpo del terapeuta ha nell’impostare e sviluppare la relazione stessa.
Così, può essere utile ricordare che Gianfranco non aveva una presenza imponente. Non alto, spesso vestito in modo dimesso e non appariscente, difficilmente avrebbe potuto sembrare minaccioso, nonostante la barba nera e la fama internazionale. Appariva più vicino ai protagonisti del libro segreto di Wil Huygen Rien Poortvliet piuttosto che al “gigante buono” della Ferrero. Le domande impertinenti e spiazzanti, formulate con il suo sorriso ammiccante risultavano sorprendenti e disarmanti nello stesso tempo. Le mani poi, nella conversazione, si muovevano con l’eleganza del pianista (e lui lo era), mosse da una musica e da un ritmo interiore.
C’era però un particolare, del suo essere terapeuta “incorpato”, che pochi conoscono.
Mi sono chiesto a lungo se condividere questa informazione, non evidente né sbandierata. Dopo un confronto con i colleghi, ho pensato, tuttavia che farlo sia importante, per trasmettere una valida biografia.
Un giorno Gianfranco mi rivelò raggiante: “Sai, da molti anni vivevo con una spada di Damocle dentro al petto. Una rara problematica cardiaca mi accompagnava, con una prognosi infausta (che, come medico, avevo capito molto bene). Da un momento all’altro il mio cuore avrebbe potuto fermarsi del tutto, improvvisamente, senza segnali. Questa consapevolezza mi ha dato sempre uno speciale rapporto con il tempo e con le persone.” Continuò: “Però la settimana scorsa tutto questo è finito. Negli Stati Uniti hanno messo a punto una nuova terapia chirurgica speciale e “zac”, in pochi minuti hanno risolto il mio problema”.
Io era sgomento, lui entusiasta: “Una tecnologia innovativa, geniale”, disse. “Ho persino seguito l’intervento in diretta, perché non è stata necessaria neppure l’anestesia locale. E pensare che in Italia mi avrebbero aperto il torace, con scarse garanzie di un risultato positivo”.
Gianfranco era veramente felice.
Brindammo insieme alla vita.

Leggi anche:

"Caro Gianfranco ti scrivo" / 1
Per riscrivere la storia della clinica sistemica
Pensare e agire per relazioni. L’intelligenza sistemica delle piante
“Caro Gianfranco ti scrivo” / 4
Tags: Gianfranco Cecchin

Continue Reading

Previous: “Caro Gianfranco ti scrivo” / 2
Next: Recensione di “Psicologia dell’Emergenza: Scritti ed Esperienze”

Artículos en español

Complejidad como Estética 1

Complejidad como Estética

25 Giugno 2022
Sobre la memoria de la infamia, la desaparición forzada en el Magdalena Medio, Colombia 2

Sobre la memoria de la infamia, la desaparición forzada en el Magdalena Medio, Colombia

29 Dicembre 2021
Vivir a la intemperie 3

Vivir a la intemperie

20 Giugno 2020
Entrevista a Marcelo Pakman: Micropolítica, Poética, Evento y Sentido 4

Entrevista a Marcelo Pakman: Micropolítica, Poética, Evento y Sentido

29 Giugno 2019
Foto: Ivo Rainha
Il CMTF spiegato dagli allievi
Annalisa Di Luca: Le sei fasi della resilienza - un modello di terapia sistemica del trauma 

IL CMTF IN 10 MINUTI

Enrico Cazzaniga
Cinzia Giordano
Massimo Giuliani

Il CMTF su Facebook

Il CMTF su Facebook

Connessioni su Facebook

Connessioni su Facebook

Licenza Creative Commons

Licenza Creative Commons Tutti gli articoli di questa rivista sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

DISCLAIMER

ConnessioniWeb viene aggiornato senza periodicità fissa e la frequenza dei post non è prestabilita. In questo senso non può considerarsi una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001.

CONTATTI

C/o Centro Milanese di Terapia della Famiglia
Via G. Leopardi, 19
20123 Milano
Tel. +39 02 4815 350
Segreteria: segreteria[at]cmtf.it
Direttore: direttore.connessioni[at]cmtf.it

  • Connessioni su Facebook
  • Il CMTF su Facebook
  • Il CMTF su YouTube
  • Il CMTF su Linkedin
  • Email
  • Telegram
  • Connessioni su Facebook
  • Il CMTF su Facebook
  • Il CMTF su YouTube
  • Il CMTF su Linkedin
  • Email
  • Telegram
© 2024 Centro Milanese di Terapia della Famiglia s.r.l. Via G. Leopardi 19, 20123 Milano - Italy Tel/Fax 02/4815350 C.F. e P.IVA 06878870150
Questo sito fa uso di alcuni cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione.
loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.