su Australian & New Zeland Journal of Family Therapy, 1-9
Letto da Alessandro Mantovani
Quello che impariamo dipende dal tipo di domande che ci poniamo.
È così che Barbara Trotta e Andrea Mosconi, gli autori di questo articolo, decidono di condividere le loro riflessioni su quello che questa fase pandemica ha permesso loro di apprendere e conoscere per quanto attiene la pratica clinica e formativa. Una pratica che ha dovuto riadattarsi alle forme e norme di interazione sociale per poter dare continuità ai percorsi clinici e formativi avviati con i pazienti e con gli allievi della scuola di formazione in psicoterapia sistemico relazionale.
Gli autori, quasi applicando alla lettura del contesto pandemico i classici interventi sistemici arrivano a individuare gli effetti paradossali della pratica nella fase di Covid- 19 ed in tal senso connotano positivamente la pandemia quale una opportunità per tutti i terapeuti; l’opportunità di ampliare le proprie competenze tramite l’uso degli strumenti digitali che diventano risorsa per arricchire il bagaglio ossia il know-how dello psicoterapeuta. Ecco allora che la terapia online si eleva a strumento d’elezione in certi contesti in cui paziente e terapeuta non potendo incontrarsi in uno spazio fisico si incontrano in quello spazio digitale co-costruendo una conoscenza ed una relazione terapeutica che per crescere necessita non tanto di un luogo ma di un tempo sincrono. Allo stesso modo, anche la formazione degli allievi può trovare nel setting online forme di apprendimento che sfruttano canali meno fisici e di contatto ma caratterizzate da una condivisione del tempo in cui rimane comunque possibile co-costruire spazi di conoscenza e di esperienza comune.
La clinica online ai tempi del Covid diventa una clinica in cui la relazione terapeutica si sviluppa dall’incontro dei volti che diventano l’interfaccia non-verbale per leggere le reazioni emotive o le connotazioni al verbale con sfumature molto più evidenti proprio per i primi piani dettati dalle inquadrature; inquadrature che spesso lasciano intravedere altri aspetti della location in cui si trovano paziente e terapeuta, fornendo così informazioni che vanno ad arricchire la conoscenza reciproca.
La formazione sincrona online diversamente dalla cosiddetta Formazione a distanza FAD, secondo gli autori, presenta tutta una serie di strumenti e di grafica che va a potenziare da un lato la concezione di una didattica co-costruita ed allo stesso tempo il senso di una appartenenza al gruppo in formazione che in quanto in grado di vedersi stimola costantemente una capacità autoriflessiva sia individuale che relazionale.
Con questi brevi spunti riflessivi, desidero invitare ad una lettura dell’articolo di Trotta e Mosconi che hanno saputo raccogliere efficacemente l’opportunità, in senso formativo, che questa pandemia ci ha, tra le altre cose, consegnato in qualità di terapeuti. Considerata l’utilità degli spunti forniti dagli autori, auspicherei anche una pubblicazione in lingua italiana per rendere più apprezzabile i contenuti per i “palati” meno avvezzi.