Skip to content
13 Maggio 2025
  • Connessioni su Facebook
  • Il CMTF su Facebook
  • Il CMTF su YouTube
  • Il CMTF su Linkedin
  • Email
  • Telegram

Connessioni Web

La rivista telematica del Centro Milanese di Terapia della Famiglia

Primary Menu
  • Home
  • La Redazione
  • Il Comitato scientifico
  • Contributi
    • Articoli
    • Metalogos e Connessioni
    • Video dal Web
    • Lenti sistemiche
  • Rubriche
    • Territori sistemici
    • Dal mondo sistemico
    • Vita del CMTF
    • LettureI libri scelti dalla Redazione
  • Archivio
    • Connessioni Nuova Serie 2017-2023
      • Numero 1 (giugno 2017)
      • Numero 2 (dicembre 2017)
      • Numero 3 (giugno 2018)
      • Numero 4 (dicembre 2018)
      • Numero 5 (giugno 2019)
      • Numero 6 (dicembre 2019)
      • Numero 7 Speciale COVID-19 (giugno 2020)
      • Numero 8 (dicembre 2020)
      • Numero 9 (giugno 2021)
      • Numero 10 (dicembre 2021)
      • Numero 11 (giugno 2022)
      • Numero 12 (dicembre 2022)
      • Numero 13 (giugno 2023)
      • Numero 14 (dicembre 2023)
    • La rivista di carta 1997-2016
  • Norme editoriali
  • CMTF Editore
Scrivici
  • Home
  • Numero 11 (giugno 2022)
  • Un ricordo di Giorgio Bert
  • 2022
  • Connessioni Nuova Serie 2017-2023
  • Numero 11 (giugno 2022)

Un ricordo di Giorgio Bert

di Massimo Giuliani
Alla fine di gennaio ci ha lasciati Giorgio Bert. È stato medico, docente universitario di semiotica medica e acuto osservatore sistemico della realtà.
Rivista Connessioni 26 Giugno 2022 4 min read

Condividi:

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Telegram
  • E-mail
  • WhatsApp
image_pdfScarica in pdf

di Massimo Giuliani

Alla fine di gennaio ci ha lasciati Giorgio Bert. È stato medico, docente universitario di semiotica medica e acuto osservatore sistemico della realtà. Con Silvana Quadrino aveva dato vita al gruppo torinese di professionisti e formatori sistemici che conosciamo come “Istituto Change” e fra le altre cose ha legato il suo nome alla medicina narrativa.
La notizia della sua morte ha forse colto di sorpresa qualcuno, perché Giorgio è riuscito anche nel periodo più difficile a tenere viva la discussione sui temi che per lui erano importanti. Lo faceva attraverso i suoi spazi sui social network, in cui da anni era una presenza attiva. La dimensione della conversazione, del confronto, della curiosità per punti di vista diversi e divergenti (anche dal suo) era quella nella quale si trovava a proprio agio.
Certi commiati hanno un che di intollerabile che si aggiunge al dolore e al rimpianto. Nel caso di Giorgio Bert fa male pensare che se n’è andato in un momento in cui la sua voce sarebbe quanto mai necessaria. È sotto i nostri occhii come il tema del potere nella cura oggi divida spesso i cittadini dalla medicina e li divida anche fra di loro. Al riguardo, mi viene da raccontare di quando a maggio lo abbiamo ricordato in una giornata intensa e commovente in cui ci siamo stretti intorno a Silvana Quadrino, sua compagna di vita e di lavoro. Fra le voci affettuose che si sono avvicendate, il Presidente dell’Ordine dei Medici torinese Guido Giustetto ha ricordato la curiosità e il rispetto di Giorgio per il pensiero “stravagante” di cui a volte sono portatori i pazienti. Osservava Giustetto come Giorgio avesse un modo non banale di scegliere le parole: fra un termine consueto e uno meno abituale, era assai probabile che scegliesse il secondo. A pensarci, “extra-vagante” è tutto quello che “vaga all’esterno”, che si muove al di là dei confini di un cerchio. Sappiamo che il pensiero “extra-vagante” dei pazienti oggi è non di rado deriso dalla scienza. Quando poi i cittadini, i pazienti, quelli che della medicina e della scienza dovrebbero essere gli utenti, si avventurano a parlare di quello che sta “dentro al cerchio”, qualcuno gli ricorda che possono parlare solo se laureati in medicina. Insomma, se sei “extra-vagante” ti biasimo, se sei “intra-vagante” ti biasimo.
Sul rapporto fra medicina e opinione pubblica il medico Giorgio Bert aveva certamente l’idea che la relazione fra medicina e società vada costruita in modo collaborativo e sistemico: ma non nel senso che – come sciaguratamente qualcuno in questi anni ha avanzato – ai cittadini tocchi “mettere ai voti” vaccini e pratiche mediche. Ma che possano dire la loro su quale medicina vogliono, al servizio di chi. Di sé stessa? Di qualche potere? O della società?
Giorgio Bert non aveva solo amici nell’accademia. Da docente universitario negli anni ’70 lavorava con gli studenti su questi temi. E molti anni dopo era emozionante sentirlo raccontare di come quell’ingente mole di pensieri prodotti sul tema fosse anzi sollecitata dagli studenti stessi. Non a caso, la giornata in cui lo abbiamo ricordato a Torino ha avuto per titolo “Non chiamatemi maestro”. E non a caso, in quella giornata la voce di Giorgio ha risuonato con le canzoni di Gaber e di Brassens, perché i confini di quel “cerchio” non li tracciava precisamente dove si è soliti tracciarli.
In quegli anni lavorava fianco a fianco con Giulio Maccacaro. Insieme immaginarono una medicina critica e attenta al proprio rapporto col potere – e al rischio di farsi “potere” essa stessa.
Mi è capitato qualche anno fa di immergermi nella lettura di “Il medico immaginario e il malato per forza”, il testo che pubblicò nel 1974 per la collana “Medicina e potere” che Maccacaro aveva fondato e dirigeva. Ne realizzammo una nuova edizione che uscì nel 2018 per Durango Edizioni. È la storia di quella piccola rivoluzione e una buona summa del pensiero di Giorgio sulla questione. Ebbene, salvo dotarlo di pre- e postfazioni che lo contestualizzassero storicamente, non abbiamo mai avuto bisogno di porci la domanda di come “attualizzare” quel libro, che incredibilmente sembrava scritto il giorno prima.
Giorgio Bert è stato naturalmente ben più di quello che si capisce da queste righe. L’auspicio è quello di poter tornare periodicamente, grazie agli amici di Change, sul suo pensiero rigoroso eppure “extra-vagante” in incontri pubblici vivi e partecipati come è stato quello in cui l’abbiamo salutato.
Ai familiari di Giorgio, a Change e in particolare a Silvana va l’abbraccio di noi di Connessioni e del Centro Milanese.

Leggi anche:

In ricordo dell’infamia, le sparizioni forzate nel Magdalena Medio, in Colombia
Editoriale (numero 4)
Recensione di "Dinamiche dell’opinione. I nessi tra informazione, credenza e azione sociale"
"La follia a quarant'anni da Basaglia", Convegno nazionale delle Scuole del Centro Milanese di Terap...

Continue Reading

Previous: Pietro Barbetta e Andrea Mosconi ricordano Osvaldo Galvano
Next: Siamo i nostri sogni. Un archivio onirico partecipato con giovani migranti

Artículos en español

Complejidad como Estética 1

Complejidad como Estética

25 Giugno 2022
Sobre la memoria de la infamia, la desaparición forzada en el Magdalena Medio, Colombia 2

Sobre la memoria de la infamia, la desaparición forzada en el Magdalena Medio, Colombia

29 Dicembre 2021
Vivir a la intemperie 3

Vivir a la intemperie

20 Giugno 2020
Entrevista a Marcelo Pakman: Micropolítica, Poética, Evento y Sentido 4

Entrevista a Marcelo Pakman: Micropolítica, Poética, Evento y Sentido

29 Giugno 2019
Foto: Ivo Rainha
Il CMTF spiegato dagli allievi
Annalisa Di Luca: Le sei fasi della resilienza - un modello di terapia sistemica del trauma 

IL CMTF IN 10 MINUTI

Enrico Cazzaniga
Cinzia Giordano
Massimo Giuliani

Il CMTF su Facebook

Il CMTF su Facebook

Connessioni su Facebook

Connessioni su Facebook

Licenza Creative Commons

Licenza Creative Commons Tutti gli articoli di questa rivista sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

DISCLAIMER

ConnessioniWeb viene aggiornato senza periodicità fissa e la frequenza dei post non è prestabilita. In questo senso non può considerarsi una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 07/03/2001.

CONTATTI

C/o Centro Milanese di Terapia della Famiglia
Via G. Leopardi, 19
20123 Milano
Tel. +39 02 4815 350
Segreteria: segreteria[at]cmtf.it
Direttore: direttore.connessioni[at]cmtf.it

  • Connessioni su Facebook
  • Il CMTF su Facebook
  • Il CMTF su YouTube
  • Il CMTF su Linkedin
  • Email
  • Telegram
  • Connessioni su Facebook
  • Il CMTF su Facebook
  • Il CMTF su YouTube
  • Il CMTF su Linkedin
  • Email
  • Telegram
© 2024 Centro Milanese di Terapia della Famiglia s.r.l. Via G. Leopardi 19, 20123 Milano - Italy Tel/Fax 02/4815350 C.F. e P.IVA 06878870150
Questo sito fa uso di alcuni cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione.
loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.