Recensione di “Manualizzare il processo terapeutico in terapia sistemica”, di Andrea Mosconi e Barbara Trotta

Recensione di “Manualizzare il processo terapeutico in terapia sistemica”, di Andrea Mosconi e Barbara Trotta

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Capitolo di Mariotti, M., Saba, G., Stratton, P. (2021), Handbook of Systemic Approaches to Psychotherapy Manuals. Integrating Research, Practice and Training. Berlin: Springer

Letto da Francesco Tramonti
Istituto di Psicoterapia Relazionale, Pisa

Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente interesse, da parte dei clinici e dei ricercatori di approccio sistemico-relazionale, verso lo studio dei processi e degli esiti in psicoterapia. Non v’è dubbio che la questione sia di strettissima attualità, così come ineludibile è la domanda di prove di efficacia in un’epoca in cui distinguere le cure credibili dalle ciarlatanerie è quantomai necessario. Nel contesto di questo clima culturale, la psicoterapia sistemico-relazionale sta producendo sempre più evidenze della sua efficacia per il trattamento di vari disturbi e problemi (von Sydow et al., 2010; 2013; Carr, 2019). Ciò detto, è altrettanto vero che le pratiche più accreditate di validazione dei trattamenti psicoterapeutici hanno spesso suscitato delle perplessità, in particolare per scelte metodologiche che non sempre hanno tenuto in dovuto conto la complessità insita nel processo della psicoterapia, una cura che mal si presta ad essere studiata mediante scomposizione in poche e controllabili variabili, come del resto le teorie sistemiche dovrebbero insegnare.

Più nel dettaglio, il complesso intreccio di variabili connesse tanto alla dimensione tecnica in senso stretto quanto alla qualità della relazione – al contempo professionale e genuinamente umana – tra pazienti e terapeuti rende assai complicata l’identificazione di principi attivi discreti e facilmente isolabili. Se da una parte è vero che gli studi controllati e randomizzati rappresentano il “gold standard” per discriminare gli effetti dovuti ad un trattamento dagli effetti correlati a variabili confondenti, è altrettanto vero che essi richiedono una “pulizia metodologica” che, seppur idealmente efficace per l’indagine di procedure altamente standardizzate per problemi assai circoscritti, poco si adatta, invece, allo studio di interventi che si basano sulla combinazione di differenti fattori terapeutici e che sono destinati ad utenti che presentano problemi ben più variegati di quanto comunemente studiato nelle ricerche di esito. Perciò l’affidamento esclusivo a studi controllati e randomizzati di interventi rigidamente manualizzati per persone inquadrate in un’unica diagnosi rischia di risolversi nello studio di “terapie immaginarie per pazienti che non esistono” (Tramonti, 2020; 2021).

È per questo che molti ritengono oggi necessario un ripensamento di queste metodologie di indagine, che consenta di dar conto al contempo della necessità di sistematizzare delle competenze professionali sufficientemente definite, e delle specifiche caratteristiche della psicoterapia, una pratica non riconducibile a delle rigide istruzioni operative. Da un’impostazione di questo tipo nasce il percorso che ha portato alla recente pubblicazione del testo The Handbook of Systemic Approaches to Psychotherapy Manuals, a cura di Mauro Mariotti, George Saba e Peter Stratton (2021). Si tratta di uno sforzo ingente, e che potremmo definire di meta-livello, di raccolta e sistematizzazione delle pratiche di proceduralizzazione delle terapie sistemico-relazionali. In modo indubbiamente significativo, il testo definisce tali pratiche come delle basi sicure grazie alle quali poter esplorare, con adeguata preparazione e cognizione di causa, il percorso mai del tutto predefinito di un processo psicoterapeutico.

Uno dei primi capitoli del testo, scritto da Andrea Mosconi e Barbara Trotta, tratta della manualizzazione del processo terapeutico a partire dalla costruzione delle ipotesi sistemiche sino alla valutazione del cambiamento (Mosconi e Trotta, 2021). Sul solco tracciato dallo storico articolo di Selvini Palazzoli, Boscolo, Cecchin e Prata (1980), gli autori ripercorrono l’evoluzione del costrutto di ipotesi sistemica, nei suoi aspetti sia di raccolta di informazioni relazionali, sia di perturbazione delle definizioni del problema portate in terapia da individui e famiglie. Tale ricostruzione è poi ricondotta nell’alveo di una riflessione più ampia sulla metodologia in ambito sistemico-relazionale, con l’intento di fornire strumenti utili alla formazione e alla conduzione della terapia che, sia pur lasciando sufficienti margini di libertà al singolo terapeuta e al suo stile preferenziale, consentano di codificare alcuni elementi chiave del processo terapeutico. Tra questi particolare enfasi è posta sulle dimensioni che riguardano la decostruzione, contestualizzazione, ridefinizione del problema, e la creazione di nuove ipotesi riguardanti fatti e significati. A sostegno di questi elementi e obiettivi terapeutici, gli autori propongono l’utilizzo di strumenti per la raccolta di informazioni (la cartella relazionale) e per la formulazione delle ipotesi sistemiche (il quadrilatero sistemico) sviluppati presso il Centro Padovano di Terapia della Famiglia (Mosconi, Tirelli e Neglia, 2013). A ciò si affianca una descrizione delle principali fasi del processo terapeutico, corredata da suggerimenti sul possibile utilizzo di ulteriori strumenti per approfondimenti specifici e per l’analisi della relazione terapeutica. La metodologia proposta deriva da una ricco bacino di riferimenti clinici e di ricerca, andando a configurare un modello assai inclusivo, non vincolato a dicotomie ormai obsolete, ma piuttosto orientato ad indagare e valorizzare il dinamismo dialettico tra le polarità della dimensione individuale e familiare, così come degli aspetti più propriamente interattivi degli scambi comunicativi nel qui ed ora e delle dimensioni più squisitamente simboliche delle relazioni. Del resto, la frammentazione dei modelli comunemente inclusi sotto l’ombrello sistemico-relazionale è da tempo messa in discussione da sforzi sempre più concreti verso l’integrazione e verso la definizione di meta-modelli che abbraccino il più possibile la complessità e la multidimensionalità dei processi psichici e relazionali (Lebow, 1997; Breunlin et al., 2011). Tale integrazione, laddove ben costruita ed elaborata, non può che giovare all’approccio sistemico-relazionale, sia nel consolidamento del proprio background teorico-clinico, sia nella prospettiva di riconoscervi un prezioso meta-modello entro il quale accogliere, con adeguata dotazione di senso, competenze e saperi sviluppati da altri modelli. Il testo di Mosconi e Trotta, così come l’intero manuale in cui esso è incluso, fornisce un ulteriore, prezioso contributo in questa direzione, una direzione che punta alla credibilità di una disciplina, la psicoterapia, posta sempre più sotto esame in quest’epoca paradossale in cui alla sete quasi spasmodica di evidenze fa da contraltare un assalto frontale all’autorevolezza della scienza. “Tra il rigore e l’immaginazione”, ci invitava a stare Gregory Bateson (1979), e quantomai pertinenti suonano oggi le sue parole in rapporto all’idea di psicoterapia che val la pena promuovere.

Bateson, G. (1979). Mind and Nature. A Necessary Unity. New York: Dutton [Trad. it., Mente e natura. Un’unità necessaria. Milano: Adelphi, 1984].

Breunlin, D.C., Pinsof, W., Russell, W.P. (2011), Integrative problem-centered metaframeworks therapy I: core concepts and hypothesizing. Family Process, 50: 293-313.

Carr, A. (2019), Couple therapy, family therapy and systemic interventions for adult-focused problems: the current evidence base. Journal of Family Therapy, 41: 492-536.

Lebow, J. (1997), The Integrative Revolution in Couple and Family Therapy. Family Process, 36: 1-17.

Mariotti, M., Saba, G., Stratton, P. (2021). Handbook of Systemic Approaches to Psychotherapy Manuals. Integrating Research, Practice, and Training. Berlin: Springer.

Mosconi, A., Tirelli, M., Neglia, V. (2013). Il Quadrilatero Sistemico: una storia per narrare altre storie. Terapia Familiare, 101, 67-92.

Selvini Palazzoli, M., Boscolo, L., Cecchin, G., Prata, G. (1980). Hypothesizing-circularity-neutrality: three guidelines for the conduction of session. Family Process, 19, 73-85.

Tramonti, F. (2020), Scienza ed arte in psicoterapia: spunti dalla ricerca. Exagere, 5.

Tramonti, F. (2021), Time to rethink the whole thing: the cul-de-sac of psychotherapy outcome research. Journal of Evaluation in Clinical Practice, 27: 1184-1186.

von Sydow, K., Beher, S., Schweitzer, J., Retzlaff, R. (2010), The efficacy of systemic therapy with adult patients: a meta-content analysis of 38 randomized controlled trials. Family Process, 49: 457-485.

von Sydow, K., Retzlaff, R., Beher, S., Haun, M.W., Schweitzer, J. (2013), The efficacy of systemic therapy for childhood and adolescent externalizing disorders: a systematic review of 47 RCT. Family Process, 52: 576-618.