I primi di marzo il Centro Milanese – con l’auspicio di Jacqueline Pereira e la mia organizzazione – ha ripreso per la seconda volta l‘avventura di proporre una certificazione internazionale fuori dal territorio italiano. Marco Bianciardi ha iniziato con un’apertura eccellente, come se fosse un primo piatto dal sapore delizioso. Purtroppo, subito dopo il Covid-19 ci ha costretti ad interrompere questo grande pranzo appena cominciato. Ho ritenuto necessario creare un ponte nel tempo sospeso della pandemia, per mantenere alto l’interesse come in un libro giallo.
Ho pertanto costruito alcune conversazioni con i didatti che sono già venuti e torneranno in Messico, creando un ponte tra il presente e il futuro. La prima conversazione è stata fatta con Enrico Cazzaniga sul lutto, sulla trasformazione del contesto della morte, sulla difficoltà ad entrare nel tempo sospeso. La seconda conversazione è stata con Pietro Barbetta, una conversazione sul proprio vissuto di malato di Covid, una triste occasione per riflettere e osservare l’impoverimento /arricchimento del soggetto collettivo, di osservare se stesso nell’immaginario della morte. È venuto poi Enzo Bustis che ci ha raccontato come i bambini si legano facilmente al contesto dei rituali, come creano nel tempo la dimensione dello spazio.
Le conversazioni continueranno con Massimo Giuliani, Umberta Telfener e Teresa Arcelloni. Camminando così su questi ponti speriamo ci sia più fame per arrivare a riprendere il grande pranzo sospeso, che – se tutto va bene – a fine agosto ricomincerà dal vivo con Cinzia Giordano.
A presto,
Ricardo Rosas