di Umberta Telfener
Potrebbe essere stata la vulnerabilità del tema, il fatto che sia così arduo e ostico da affrontare che ha reso questo Congresso molto intimo e allo stesso tempo emotivamente connesso per tutti i partecipanti. Mi riferisco al Congresso Internazionale della Camera dei Membri Individuali (CIM) dell’Associazione Europea di Terapia Familiare (EFTA) che si è svolto a Bordeaux dal 28 al 30 ottobre 2024. Con il titolo “Violenza sessuale intra-familiare: uscire insieme dalla negazione”, si è tenuto nella periferia della bella Bordeaux, rivolto a tutti i professionisti del campo medico-sociale, legale ed educativo coinvolti nelle relazioni di aiuto e nella realizzazione di valutazioni e interventi in questo ambito così delicato.
Violenza incestuosa, stupro coniugale, perpetuazione della violenza da una generazione all’altra, violenza delle madri sui figli, meccanismi di negazione e rifiuto di agire in difesa della vittima, stereotipi interiorizzati: queste realtà e questi temi sconvolgenti – ora sempre più spesso espressi e presentati – meritano di diventare un focus particolare per tutti i professionisti dell’aiuto. Le vittime, rese invisibili dalla vergogna e dal senso di colpa, nonché dalla cultura patriarcale, necessitano di risposte cliniche personalizzate e collettive, attraverso percorsi educativi e terapeutici che corrispondano ai traumi complessi che hanno vissuto.
In Europa, 1 bambino su 5 è vittima di violenza sessuale (Parlamento europeo 2022) e solo il 9% delle vittime riferisce la violenza al momento dell’“incidente”. Il 10% della violenza proviene da una donna aggressore sui bambini. Cosa ci offrono oggi gli approcci sistemici, la terapia familiare, la terapia di rete e la psico-traumatologia per individuare, proteggere, prevenire e curare le vittime, gli aggressori e le loro famiglie?
Tre sessioni plenarie il primo giorno (Abuso sessuale sui minori e incesto; Uscire insieme dalla negazione; Violenza sessuale da parte delle donne) sono state seguite da molti workshop in sedi diverse il secondo giorno, per lasciare spazio ad altre tre plenarie la terza e ultima mattina (Rilevamento precoce della violenza sessuale; Stupro intra-coniugale; Trattamento degli autori tramite costrizione giudiziaria o iniziativa personale). Il tutto si è concluso con la musica al pianoforte suonata dal giovane Alexandre Meslé, per tornare a casa confortati. Una serata molto piacevole in riva all’acqua ha permesso ai partecipanti di incontrarsi e di mangiare e bere alla francese: raffinato e delizioso; così le pause caffè offrivano pasticcini francesi che venivano offerti come consolo.
Peccato la scarsa presenza di Italiani: oltre a me e ai membri dell’EFTA (Iva Ursini, Maurizio Frisina, Federico Ferrari) solo 3 gruppi, che hanno anche presentato dei seminari.
Non abbiamo guardato dal buco della serratura, gli argomenti sono stati affrontati con coraggio e chiarezza, tenendo sempre a mente la differenza psichica tra vittima e autore, il fatto che la violenza è una scelta, la necessità di sospendere la psicoterapia se una violenza si verifica qui e ora e la necessità di contenere le persone che sono venute a chiedere aiuto creando per loro un ambiente sicuro prima di cercare spiegazioni.
Grazie ai membri dell’EFTA-CIM, fantastici organizzatori, è stata un’esperienza molto fruttuosa e calorosa!