di Umberta Telfener
Sono stata a Malaga al Congresso “mondiale” IFTA (International Family Therapy Association) che riunisce tanti professionisti da tutto il mondo, con esperienze e valori diversi.
Desidero sottolineare le modalità del Congresso e l’atmosfera fantastica che abbiamo condiviso anche con alcuni personaggi “storici” (tra tutti, Judith Landau che avevo conosciuto la prima volta nel 1977 alla Philadelphia Child Guidance Clinic). Il Congresso aveva una struttura orizzontale molto democratica, con un solo intervento in plenaria (il secondo giorno dalle 10.45 alle 12.30, e avrebbe potuto essere anche più lungo). Ha parlato Pauline Boss sulla “perdita ambigua”, quelle situazioni in cui non si sa se la persona scomparsa sia morta o meno, un accadimento sempre più frequente in questo momento storico.
Tutte le altre sessioni sono state in contemporanea, denominate “laboratori/workshop”: uno spazio riempito da chi ne avesse fatto richiesta che ciascun relatore poteva organizzare a proprio piacimento, interattivo o meno, condotto da una o più persone. Ogni sessione era auto-organizzata, senza un/a chair e nessuno ha sforato i tempi. Si respirava un’atmosfera di rispetto e curiosità reciproca che già di per sé era salutare.
L’IFTA è un’Associazione che è nata a metà degli anni ‘80 del novecento per raggruppare tra loro alcuni capostipiti sistemici e “colonizzare” i Paesi senza una formazione sistemica – l’Est Europa e l’Oriente – sia attraverso Convegni, che attraverso la proposta di seminari e di una formazione ufficiale. È un’Associazione che ha un nucleo organizzativo forte e membri che si associano in vista dei Congressi, forse anche per pagarne meno la partecipazione, che sono sempre in nazioni turisticamente interessanti. Nel 2024 il Paese scelto sarà il Giappone.
In una riunione congiunta tra i Presidenti delle Associazioni invitaste, ho incontrato gli organizzatori, nello specifico il Segretario Generale, il cuore pulsante dell’IFTA, Bill Hiebert. Una riflessone per chi non conosce queste due meta-organizzazioni sistemiche: è molto differente l’Organizzazione e la struttura dell’IFTA rispetto a quella dell’EFTA. L’EFTA ha avuto un nucleo di fondatori più prestigioso e più unito, il mandato di approfondire il pensiero sistemico e ha un comitato esecutivo fatto di persone che si conoscono da anni, si rispettano e si vogliono bene. L’EFTA è un sistema con storia, con una capacità riflessiva molto accentuata e un’organizzazione ramificata che rispetta la complessità del sociale con cui si confronta.
Vorrei terminare sottolineando che Malaga è stata l’occasione per incontrare professionisti pragmatici ed esperti nel fare, curiosi di sperimentare e di condividere le loro esperienze.