Il Mulino, 2021
Letto da Diana Prada
Mentre mi appresto a leggere il libro Primi amori e mi accadono diverse cose… sincronicità, direbbe probabilmente Jung.
“Dottoressa oggi mi ero preparato per parlarle di una cosa importante ma poi in seduta sono emersi altri temi e ora è tardi!”. Effettivamente avevamo già sforato. Ho di fronte a me un giovane di poco più di vent’anni che incontro da alcuni mesi. L’emozione che si percepisce in questa sua frase è intensa. “Vuoi dirmi di cosa si tratta e poi ne parliamo meglio la prossima volta?” “Sì, si tratta dell’amore!” Conveniamo sia un tema a cui non possiamo dedicare cinque risicati minuti. Un amore, il primo amore, un amore atteso, sperato, desiderato, non conosciuto ma con tanta voglia di essere incontrato. Questo uno degli eventi che mi accadono mentre leggo. E decido così, nello scrivere questa recensione, di aprire in cibernetica di second’ordine, di tenere aperto lo sguardo rispetto all’effetto che può avere avuto questa lettura su di me e nei contesti del mio quotidiano.
“Se parlate d’amore, parlate piano” dice il grande Shakespeare; con questa citazione si apre il Prologo del libro.
Umberta Telfener, psicologa e psicoterapeuta, che vanta molte pubblicazioni sul tema dell’amore nelle sue diverse sfaccettature, sceglie in questo libro di lasciare grande spazio alle storie. Tante storie di primi amori diversi, diversi per epoca, diversi per genere, diversi per significato (prima cotta, primo sogno romantico, primo rapporto sessuale, primo…). La Telfener sceglie di organizzare la ricchezza dei doni che le persone le hanno fatto scrivendole o narrandole il proprio primo amore. Arianna, Claudia, Elena, Matteo, Cesare e ancora Antonia, Mairi e Valeria raccontano chi dei suoi 15 anni, chi dei 5 o dei 20. L’autrice ci chiede se abbia ancora senso parlare d’amore, se i ragazzi di oggi provino ancora il primo amore e se possa aver senso far rinascere il mito del primo amore.
Ci porta inoltre in un appassionante viaggio nel tempo dal dopoguerra ai giorni nostri, con riflessioni su quali siano le esperienze e i modi di intendere l’amore dalle diverse generazioni come ad esempio dai baby boomers e dai millennials.
Il testo evidenzia nella sua struttura tripartita le storie che ci abitano, le storie che abbiamo abitato, le trame del primo amore. In questi capitoli distinti e connessi, sono presenti fili e trame continui.
Altro tema trattato dall’autrice è quello degli amori alimentati in rete. Nella pratica di formatrice aziendale mi capita spesso di incontrare giovani tra i 18 e i 25 anni e di sentire da loro come percepiscono cambiate le relazioni interpersonali mediate dai social. Rilevo che, tra le centinaia di ragazzi con cui mi confronto, la maggior parte di loro mi dice di sentire come la mediazione del web inibisce la capacità di entrare in relazione di persona con i coetanei. Voglio citare le loro parole: “certo, sui social puoi decidere come rispondere! Se ti fanno una domanda imbarazzante dall’altra parte nessuno vede se arrossisci. Ma dal vivo non sono più abituato. Non mi piace disabituarmi”. Come se sentissero la necessità di intessere le proprie relazioni attraverso i social e che questo li faciliti nell’approccio con chi non conoscono, ma nello stesso tempo percepissero che l’abitudine a questo mezzo crei loro una distanza dal contatto corpo a corpo.
Ma -il primo amore sarà interessato a Tinder, Grinder, OkCupid, Hey! e gli altri siti di incontri? nel testo risposte anche a questo. Nella pratica clinica sono temi che entrano preponderanti come spaccato della società del nostro tempo.
Primi amori è anche una buona guida per trovare romanzi, film e serie tv che trattano il tema. Uno strumento utile per psicologi, formatori, insegnanti.
Sono riconoscibili all’interno del testo riferimenti teorici e l’uso del linguaggio sistemico e dell’epistemologia della complessità, si riflette sui miti familiari, sulla potenza dell’essere o non essere visto, sui pregiudizi messi in campo, si fanno ipotesi.
Parlare piano di un amore. Ecco una storia emozionante di primi amori decennali, quella di Cristina e Vincenzo, una coppia di 50 anni incontratisi a 17 e rimasti insieme una vita in cui hanno condiviso l’esperienza di due figli, tanti progetti sociali. Umberta Telfener ne parla nel libro e scrive: “[…] leggono due giornali diversi e si raccontano vicendevolmente le notizie che hanno trovato interessanti, fanno cose diverse, ciascuno segue i suoi interessi, ma la sera si ritrovano insieme per scambiarsi opinioni. Si sente l’energia che circola!” Buona lettura.