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Lettera del Direttore: un viaggio a Shanghai

Il racconto di Vincenzo de Bustis y Ficarola da Shanghai: 9° Congresso dell’Accademia Asiatica di Terapia Familiare AAFT 2024.
Rivista Connessioni 12 Novembre 2024 6 min read

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di Vincenzo de Bustis y Ficarola

A Shanghai si è tenuto il 9° Congresso dell’Accademia Asiatica di Terapia Familiare AAFT 2024 ed eravamo presenti come Centro Milanese di Terapia della Famiglia invitati dal Prof Zhao Xudong, dell’Università Tonji di Shanghai, eletto proprio in questa circostanza neo Presidente.

Zhao è stato a Milano ospite del CMTF a marzo del 2024, alla giornata di studi dedicata ai nuovi fenomeni clinici tra oriente e occidente, dopo che avevamo dovuto annullare quattro anni fa causa covid l’evento programmato con lui in materia di trasformazioni della famiglia, tema questo del congresso AAFT 2024. Si trattava del primo congresso a tema tenuto nella Cina continentale, e penso di aver vissuto un momento epocale per il movimento sistemico mondiale, in considerazione delle trasformazioni globali in atto. L’AAFT è una giovane associazione, se consideriamo gli anni delle associazioni di terapia familiare già esistenti nel mondo sistemico relazionale occidentale, è nata circa 10 anni fa grazie all’impegno della dottoressa Wai Yung Lee, una veterana della terapia familiare che ha fatto conoscere in territorio asiatico le idee di Salvador Minuchin nel mondo della salute mentale con testi di cui è stata autrice. Ho incontrato la dr.ssa Lee e il Direttore esecutivo, la dr.ssa Viviana Cheng; la prima mi ha raccontato di essere stata al CMTF per uno stage intensivo circa trent’anni fa e di aver avuto modo di conoscere il lavoro di Boscolo e Cecchin, tra l’altro ho scoperto una edizione in lingua cinese del libro di Boscolo, Cecchin, Papp, e Hoffman Milan systemic family therapy del 1987, edizione della quale non ero a conoscenza e presente invece tra le letture degli addetti ai lavori qui in Cina ancor prima della nota edizione in italiano del 2004. Insomma, nel mondo della terapia familiare “i milanesi” destano curiosità e interesse anche in territori così distanti, cosa che in verità avevo già sperimentato sei mesi fa al congresso International Family Therapy IFT 2024 in Giappone insieme ad Umberta Telfener, con un’aula piena e curiosa delle nostre idee. Al Workshop del CMTF a Shanghai in lingua inglese ho contato oltre 250 iscritti dei circa 1000 che hanno seguito i lavori del Congresso AAFT2024, tenuto prevalentemente in cinese. Sottolineo questo aspetto poiché il tema del congresso è stato “ripensare alla salute mentale in un contesto di cambiamenti radicali della famiglia e delle norme sociali”. E il mio contributo dedicato all’illustrazione di un nuovo costrutto semantico/diagnostico, particolarmente nuovo in EU, “ecoansia”, descritto in un caso clinico nella cornice della trasformazione della famiglia ipermoderna, proponeva una riflessione sulle caratteristiche linguistiche in chiave di ecologia dei sistemi umani.

Marilena Tettamanzi, Vincenzo De Bustis, Micol Ascoli, Zhao Xudong

Sui lavori che abbiamo presentato: oltre me c’erano Micol Ascoli e Marilena Tettamanzi, che hanno proposto due apprezzatissimi contributi clinici in tema di pazienti con condotte autolesive sia in contesto di sanità ospedaliera a Pechino, sia in contesto di consulenza clinica in Italia, hanno avuto un denominatore comune, il corpo e in particolare il corpo di tre donne. Penso che una sintesi della presenza del CMTF al AAFT2024 sia in parte riconducibile a questo ultimo punto, e alla risposta che ho dato alla dottoressa Lee quando mi ha chiesto cosa è cambiato al CMTF da quando c’era stata lei. Ho risposto con questi argomenti. Innanzitutto come CMTF abbiamo scritto recentemente un lavoro collettivo che è in corso di pubblicazione su Family Process nel quale tentiamo di fornire una riflessione sulla domanda “quali sono le evoluzioni del Milan Approach?” È una domanda che si ripropone da oltre tre decadi a questa parte, e afferma come questa pratica autoriflessiva ci offra continuamente nuovi stimoli per tentare di essere più utili a chi si rivolge a noi sia come formatori, ma soprattutto come clinici. Ho proseguito dicendo che ciò che è cambiato rispetto al passato era oggi evidente nella nostra presenza lì: “un tempo eravate voi che venivate da noi oggi è il contrario”, inoltre penso che oramai il CMTF si muova verso una epistemologia che riguarda un insieme di idee che volge verso una cibernetica di terzo ordine. Dopo i primi anni di utilizzo dello specchio, in cui si osservavano le famiglie con le idee della cibernetica di primo ordine, che è stato il nostro periodo strategico, il CMTF fu tra i primi a passare a una cibernetica di secondo ordine, utilizzando lo specchio per includere il sistema terapeutico, questa fu la fase del reflecting team, delle domande ipotetiche e riflessive, oggi invece sempre più utilizziamo lo sguardo dei clienti, le nostre e le loro emozioni per osservare i cambiamenti in corso nell’ecologia dei sistemi nei quali viviamo, noi e loro. Non a caso ci stiamo sempre più interessando alle trasformazioni della famiglia (trasformazioni antropologiche, famiglie monoparentali ricostituite omogenitoriali), ai fenomeni emergenti (crisi climatiche, trauma, solitudine, terapie individuali), all’utilizzo delle nuove tecnologie (terapie on line, effetti delle tecnologie nella vita dei singoli e nella mente relazionale del soggetto collettivo).

Le relazioni che abbiamo avuto modo di ascoltare dai colleghi provenienti sia dalla Cina continentale, sia da altri stati come Giappone, Filippine, Corea del sud, Birmania, Kazakistan, sono state molto eterogenee. Il bisogno di salute mentale è in crescita, e sempre più si ricorre all’aiuto di uno specialista. Ho trovato molto interessante quanta apertura vi sia verso un concetto globale di salute inteso in chiave di benessere del corpo e della mente. Una sorta di “ecologia profonda” così come la descrive il filosofo norvegese Arne Ness, la consapevolezza che riconosce la fondamentale interdipendenza di tutti i fenomeni e il fatto che gli esseri umani, sia singolarmente, sia come soggetto collettivo, incidono e dipendano dai processi della natura. In continuità con il pensiero di Gregory Bateson, che ci invitava a non considerare gli individui in modo astratto, ma cercando di comprendere il mentale come una caratteristica del vivente, e da un luogo più vicino alla Papua Nuova Guinea regione nella quale maturarono le prime intuizioni osservando i rituali del Naven nelle popolazioni Iatmul, la cosa mi risulta più plausibile che altrove. Al Congresso dell’AAFT ho avuto il piacere di trascorrere qualche ora con Maurizio Andolfi, ospite e membro onorario, con lui abbiamo discusso e sorriso del tempo trascorso che ha caratterizzato il movimento sistemico, e ci siamo ripromessi di trovare modi per collaborare. È stata anche molto apprezzata la relazione di Froma Walsh, connessa in videocall. Dal mio punto di vista ho trovato particolarmente illuminanti due relazioni. La prima del Prof. Zhao Xudong, che ha dettagliatamente illustrato un fenomeno emergente moderno per la cultura cinese, ma che ha un impatto anche a livello globale in termini di salute mentale e sintetizzabile con la parola solitudine, rappresentata dall’idiogramma polisemico 孤寂. La seconda di Dengua Thang, membro esperto della commissione nazionale per la salute mentale e chair del comitato nazionale per la psicoterapia, che ha proposto una riflessione articolata riferendosi a Bateson, ed evidenziando in più punti come un sistema è un’unità di sopravvivenza che si auto-organizza, si auto-produce, si auto-ripara e si auto-replica. Non solo in riferimento agli organismi viventi composti da processi fisici e chimici (sistema respiratorio, sistema gastrointestinale, sistema circolatorio), ma comprendendo anche sistemi sociali formati attraverso la comunicazione e l’interazione (sistema sanitario, sistema educativo, sistema giudiziario, sistema familiare di origine, sistema coniugale sistema genitore-figlio).

Mi sembra infine molto utile concludere con due idee che hanno caratterizzato questa mia visita. La prima è sintetizzabile nella frase “solo partendo ti accorgi che la terra che hai abitato fino a quel momento è in realtà una isola” e penso che ciò riguardi il ruolo dei pregiudizi e di quanto sia utile comprenderli per poterli superare. La seconda riguarda la Cina oggi. Un paese con un miliardo e cinquecento milioni di abitanti (Europa e Stati Uniti insieme raggiungono solo 850 milioni). In una delle molte letture che hanno preceduto questa mia visita e tese a colmare un gap di conoscenza, Simone Pieranni, nel libro fresco di stampa 2100. Come sarà l’Asia, come saremo noi, traccia un nuovo confine che una logica coloniale della fine del 1800 aveva suddiviso tra un mondo orientale particolarmente arretrato e un mondo occidentale particolarmente avanzato. Quel confine che un tempo era per molti aspetti visibile, ideologico, invalicabile poiché definiva la nostra identità psicologica, cognitiva, emotiva e relazionale, oggi è un confine a tratti invisibile e transitabile con molta facilità, e pertanto può costituire occasione di resilienza, ovvero di vulnerabilità.

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Tags: AAFT Cina Micol Ascoli Oriente Zhao Xudong

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