Convegno organizzato il 22 e 23 Ottobre dalla Commissione di Ricerca e dalla Commissione Clinico-Didattica della SIPPR in collaborazione con il Centro Padovano di Terapia della Famiglia, su piattaforma web
di Barbara Trotta, Francesca Balestra, Ester Livia di Caprio, Fabiana Montella, Norma Sardella
Membri della Commissione di Ricerca della Società Italiana di Psicoterapia Relazionale (SIPPR) e chairpersons alla giornata del 23 ottobre.
Quest’anno la giornata di ricerca predisposta di consuetudine dalla Commissione di Ricerca della Sippr si è raddoppiata grazie alla sinergia con la Commissione Clinica e Didattica. Da questa commistione è nato il convegno “Ricerca-re tra le relazioni” organizzato il 22 e 23 ottobre su piattaforma digitale, grazie anche alla collaborazione del Centro Padovano di Terapia della Famiglia.
Sono state due giornate ricche di contributi con numerosi spunti di riflessione.
Nella prima giornata le due commissioni hanno presentato i risultati di una ricerca sulla didattica a distanza, nata da una idea comune e dal confronto tra i due gruppi di lavoro, presentata da Emanuele Mingione, Fabiana Montella e Chiara Benini. La scelta di cooperare e ricercare insieme, oltre a essere in linea con i principi etici di connessione ed integrazione dell’epistemologia sistemica, ha permesso di realizzare un lavoro esplorativo in cui gli aspetti quantitativi si coniugano con quelli qualitativi, con l’esplorazione di vissuti e rappresentazioni che allievi e didatti hanno espresso sulla DAD, sperimentata in un iniziale arco di tempo, in cui tutti ci siamo cimentati in questa nuova esperienza formativa. A scopo descrittivo e sintetico sono stati presentati i principali risultati che definiscono risorse e limiti della didattica a distanza nel confronto con quella tradizionale in presenza. La giornata si è articolata in sessioni, in quella dal titolo “La teoria della pratica”, il Direttore del Centro Milanese di Terapia Familiare, Pietro Barbetta, ha portato il suo contributo con la relazione “Commenti nomadi ai margini del verso: “non innamorarti troppo delle tue ipotesi” dove, riprendendo anche le concettualizzazioni di Mara Selvini Palazzoli rispetto ai Disturbi alimentari, descrive questi sintomi come un conglomerato di esperienze della post-modernità. Delineando nella protesta anoressica, un blocco della dinamica familiare in cui la madre è sfidata con messaggi di ostilità e il padre deve “togliersi le scarpe e camminare in punta di piedi, per non disturbare la morte, come nel canto di Branduardi”.
La seconda giornata del convegno, coordinata dalla Commissione di Ricerca, è iniziata con la sessione inaugurale dedicata al lavoro svolto dalla stessa, presentato da Enrico Visani, psichiatra e didatta dell’Istituto Italiano di Psicoterapia Relazionale, coordinatore della Commissione Ricerca. Visani ha riportato come sia stato costruito un archivio degli studi prodotti dai Soci nell’ambito della ricerca clinica nel campo della Terapia della famiglia e dei sistemi relazionali, implementabile e consultabile sul sito della SIPPR e ha descritto i primi dati raccolti. Discussant della sessione Umberta Telfener, didatta della Scuola di Milano e chair dell’EFTA – TIC board e Angelo Barbato, psichiatra- psicoterapeuta familiare, ricercatore Istituto Mario Negri di Milano. Telfner, dopo aver sottolineato le difficoltà epistemologiche del fare ricerca, ne ha evidenziato le possibilità; Barbato ha approfondito il tema della metodologia delle ricerche e ha riportato i risultati di una metanalisi sulla terapia di coppia nella depressione, pubblicato a sua firma su Family Process.
La Presidente SIPPR Rossella Aurilio ha introdotto Nino Dazzi, professore di Psicologia Dinamica alla Sapienza, che conferma il costante incrocio tra le logiche attinenti agli assetti di metodo della ricerca con le categorie cliniche centrate sulla soggettività.
Le sessioni della giornata hanno approfondito ambiti e contesti di applicazione della ricerca nella cornice sistemica.
La prima sessione, dedicata alla “Clinica e ricerca: promettente alleanza”, ha ospitato contributi sul tema della manualizzazione di aspetti clinici, tra questi, quello di Andrea Mosconi e Barbara Trotta si è focalizzato sulla definizione dei processi costruttivi dell’ipotesi e dell’intero processo terapeutico.
Nella sessione “Valutazione e ricerca”, il contributo di Laura Fruggeri ha approfondito una ricerca sulla costruzione dell’alleanza terapeutica, in particolare sulla costruzione conversativa dialogica nel senso di scopo condiviso, dimensione sistemica dell’alleanza terapeutica. Nella stessa sessione Francesco Tramonti ha sottolineato le reciproche influenze tra teorie sistemiche e modello biopsicosociale verso la costruzione di una cornice complessa per la clinica e la ricerca.
La sessione dal titolo “Sperimentare per ricercare” ha offerto una panoramica sull’area della coppia, delle RSA e dell’emergenza pandemica. Nell’ambito del funzionamento delle coppie, Valeria Ugazio ha posto l’attenzione su come le coppie riescano a negoziare con il partner i propri significati a partire dai mondi semantici risultato di precedenti appartenenze; Enrico Visani e colleghi hanno individuato specifici profili di funzionamento in un campione di coppie con problemi di relazione; focalizzandosi sulle coppie con cancro mammario. Caserta e colleghi hanno proposto una valutazione di un intervento manualizzato di counselling sui livelli di ansia, di stress e depressione esperiti da entrambi i coniugi.
Nel contesto delle RSA Iva Ursini ha illustrato come l’uso dell’approccio sistemico-relazionale nei percorsi di formazione di operatori e familiari sia stato utile per mettere a fuoco la complessità dell’evento accoglimento del paziente anziano. Infine, Ascione e Bottiglieri hanno presentato l’intervento condotto sulla fascia d’età 4-10 anni per affrontare gli effetti dell’onda d’urto emotiva connessa alla Pandemia Covid 19 nel sistema scolastico e familiare.
Altri contesti di applicazione sono stati presentati nella sessione “Ricerca e nuovi contesti”: vincoli linguistici (Paolo Gritti), interventi psicologici domiciliari (Baistrocchi, Fario), il ruolo degli animali in terapia (Benini, Fedi, Mugnai) e gruppi multifamiliari (Paola Frongia).
Nella sessione dal titolo “Ricerca e processi terapeutici”, le relazioni dei vari relatori hanno testimoniato l’importanza di una ricerca attuale secondo il modello sistemico che, oltre ad ampliare le conoscenze, miri sempre più alle sue applicazioni cliniche. Il primo contributo di Silvia Mazzoni ha accennato proprio agli strumenti fruibili per il clinico perché, come cita il titolo dell’intervento “From the bench to the bed side”, i risultati e le scoperte possano, transitando “dal laboratorio al lettino del paziente”, apportare benefici direttamente alla salute psicologica degli individui. Proprio con questo obiettivo nella seconda relazione le autrici Valentina Albertini, Sara Pelagalli, Margherita Carmignani, Alessandra Errico hanno analizzato i risultati di una ricerca sul fenomeno del drop-out in terapia con attenzione alle diverse variabili in gioco e, nel terzo contributo, Barbara Trotta e Giada Racerro hanno esplorato e verificato su un campione, costituito da psicoterapeuti e pazienti, la qualità dell’alleanza terapeutica all’interno del setting online. La sessione si è conclusa con una relazione di Antonella Reho, Elena Venturelli, Andrea Davolo, Laura Fruggeri sulle procedure multimetodo per la valutazione della genitorialità, che rispondano alle linee guida internazionali e realizzino una integrazione di metodologie e strumenti, laddove è indispensabile ridurre il più possibile il rischio di valutazioni distorte, soggettive e parziali.
Nell’ultima sessione “Strumenti e Ricerche” sono emersi apporti importanti riguardanti l’uso degli strumenti di ricerca e la loro correlazione con la pratica clinica. In particolare, l’intervento di Luigi Schepisi ha posto l’attenzione su una valutazione da attuarsi “di routine” che possa essere svolta da un terapeuta “research-engaged”. Tra gli strumenti di ricerca utilizzati sono spiccati come importanti lo SCORE – 15, il FACES IV, presentato da Enrico Visani e collaboratori e l’ASQ, relativo agli stili di attaccamento.
Gli interventi sono stati innovativi e orientati a temi vari quali lo studio delle dipendenze e del disagio psichiatrico