Recensita da Umberta Telfener
Uno stormo è l’immagine e il concept della nuova rivista sistemica Murmurations, il quadrimestrale per la comunità relazionale, pensata per chi lavora nel campo delle prassi riflessive e relazionali da Gail Simon, Elisabeth Day e Brigitte Pedersen e sponsorizzato dall’University of Bedfordshire; rivolta a chi si occupa di processualità, dialogo, conoscenza relazionale, etica incarnata. Una rivista di cui è uscito il primo numero nell’ottobre del 2017, per professionisti e ricercatori, per costruzionisti sociali, socialmente impegnati e responsabilizzati in temi quali comunità, leadership, terapia, educazione, formazione, organizzazioni, impegno nella salute e nel sociale. Una rivista che si occupa anche di eventi nella vita quotidiana, di una prassi sistemica a 360 gradi. È stato creato “un luogo di resistenza e resilienza, che risponde al bisogno di creare opportunità di apprendimento dalle conversazioni quotidiane sulle pratiche coi tanti partner dialogici” che è inevitabile incontrare. E proprio un dialogo la rivista sembra proporre: ogni autore si mette in prima persona nello scritto, racconta perché ha scelto l’argomento che tratta, in che modo è importante per lui/lei, offre il suo punto di vista e non disdegna di ricorrere alla poesia, proporre un haiku o aprire il proprio cuore, cosicché il mondo può entrare nel processo della lettura.
Come il gruppo di uccelli che volano in perfetto sincrono, formando figure nel cielo – ogni volta differenti, organizzate come un sistema autopoietico in cui a turno si detta la rotta, si conduce o si segue, in base ad un’organizzazione eterarchica e orizzontale – anche noi operatori sistemici siamo chiamati a leggere, commentare, condividere, partecipare, proporre, scambiare, raccontare, esplorare… “Forse dobbiamo ricordare che le nostre professioni sono costruite da storie nate dalla prassi, etnografie in prima persona che comprendono i processi come forma di ricerca-azione. Perché abbiamo sempre sperimentato per adattarci al contesto” scrive Gail Simon nell’introduzione, insistendo a parlare “con” anziché al lettore.
Vi presento una rivista che mostra una particolare attenzione all’etica, non intesa come una sovrastruttura ma come un atteggiamento nell’intersoggettività; una prassi di cui non si parla esplicitamente per non scadere nel moralismo, ma che si pratica attraverso gli atteggiamenti, le azioni, il linguaggio che si utilizza e la propria costante responsabilizzazione in prima persona.
Murmurations si occupa infatti delle pratiche che favoriscono oppure ostacolano la creazione di significati condivisi e la co-costruzione di una realtà partecipata ed evolutiva. I miei temi preferiti: come far emergere una workable reality, come non diventare dottor omeostata, come non cadere nel rischio del rischio iatrogeno, come non colludere… Una rivista che propone a chi la legge la possibilità di assumere posizionamenti diversi al fine di riflettere sulle proprie operazioni. Se la riflessività è la capacità di usare se stessi per esplorare se stessi, gli articoli che ho letto mi hanno “spinto” a questa rifrazione costante: non sono teorici ma incarnati, non sono anonimi ma vissuti; mi hanno più volte obbligato a pensare cosa avrei fatto io al posto dell’autore, come mi sarei comportato, come avrei reagito.
Una rivista in PDF, in inglese, ad accesso libero, a cui consiglio di registrarsi per ricevere l’indice ogni volta che è assemblato. Una rivista che immagino in costante cambiamento come uno stormo in cielo che disegna figure mai uguali, mobili, veloci, un po’ miracolose.