di Barbara Trotta
Congresso Internazionale della Società Italiana di Ricerca e Terapia Sistemica (SIRTS), venerdì 13 e sabato 14 maggio 2022 presso il Monastero Santa Croce, Bocca di Magra (La Spezia)
Si è recentemente concluso il congresso internazionale della Sirts “La bufera e altro. La cura delle famiglie nell’onda lunga post-covid”, in controtendenza rispetto agli eventi organizzati in questi ultimi due anni di pandemia, si è svolto esclusivamente in presenza. Il posto non è stato semplice da raggiungere, per i non autoctoni, diverse ore di viaggio, cambi di treno, taxi, non propriamente una passeggiata! Ma ritrovare i colleghi, “faccia a faccia”, e la vista mare dalla sede congressuale mozzafiato, hanno fatto immediatamente dimenticare le peripezie del tragitto. Una scelta coraggiosa quella del direttivo Sirts, ma riuscita.
I temi affrontati sono gli effetti ad ampio raggio del Covid-19 nei sistemi di cura.
La mattina del 13 vede relazioni sul tema dell’epistemologia e l’organizzazione. Il primo intervento è quello di Camillo Loriedo, che richiama a trovare non solo mappe utili alla lettura delle conseguenze della Bufera, ma interventi sistemici, progetti, che coinvolgano tutto il territorio per far fronte all’impatto della pandemia sulla salute mentale. Giorgia Pifferi, rispetto ai servizi pubblici, sottolinea come sia importante mettere in campo azioni coerenti con l’organizzazione e con lo sviluppo di una rete competente che tenga conto dei fattori protettivi, e quindi della resilienza, che orientino verso lo stato di salute delle persone. Serge Escots, Direttore dell’Istituto di Antropologia Clinica presso l’Università di Toulouse-Jean-Jaurès, delinea la via dell’antropologia clinica per le terapie familiari per raccogliere la sfida epistemologica degli interventi integrativi e del dialogo tra modelli pricoterapici. Maurizio Frisina, che co-dirige l’Unità 1 della Clinique la Ramée a Bruxelles, focalizza l’attenzione su come la crisi del Covid abbia avuto degli effetti sulla spazio-temporalità, immergendoci in un tempo sospeso, in uno stato di urgenza permanente, dove lo spazio è diventato un terreno scarno e ridotto di interazioni. Nella sua relazione propone il modello delle dipendenze come chiave di lettura per confrontarci su questo tema.
Nel pomeriggio è sviluppato il tema degli apprendimenti dalla pandemia. Vari i contributi in questo senso: Alberto Vito porta la sua esperienza nell’assistenza ospedaliera al Cotugno di Napoli, Monica Pretelli, la sua riflessione sulla fobia scolare, Fabio Bassoli parla della ridefinizione delle relazioni familiari all’interno degli spazi domestici. Antonio Caruso, chiude la sessione, portando due casi clinici esemplificativi per evidenziare come la costrizione del lockdown sia stata occasione ed opportunità di svincolo per i sistemi familiari presi come oggetto di osservazione.
La sessione del sabato mattina approfondisce il tema di “strumenti e metodi: modificazioni e integrazioni”. Laura Rocchetta, in quanto anche supervisore EMDR, porta una riflessione di psico-traumatologia, specificando le caratteristiche che deve avere un intervento costruttivo del trauma collettivo, con particolare attenzione alla crescita post-traumatica, alla promozione di healing communities, mantenendo un’attenzione all’aspetto etico. Mauro Mariotti descrive il modello DAN, sviluppato dall’ISCRA, come forma di intervento di promozione della salute che utilizza un mix di elementi digitali, analogici e narrativi per attivare stati emozionali nel setting in presenza e online. Andrea Mosconi e la sottoscritta Barbara Trotta, abbiamo portato la nostra riflessione sulle risorse attivate nei percorsi di cura attraverso lo schermo, cercando di dare una sistematizzazione attraverso anche l’esemplificazione di una serie di spunti clinici. Jimmy Ciliberto, a partire dalla sua esperienza in un Servizio Minori e Famiglie in provincia di Milano, sottolinea l’imprescindibilità della rete, come lo sdoganamento degli incontri online durante gli ultimi due anni di pandemia abbia promosso una modalità di lavoro collaborativa e partecipata. Roberto Mazza, nel contributo “Supervisione: linee guida di un nuovo modello di clinica a distanza”, evidenzia come la pandemia abbia favorito una sperimentazione massiccia della “dislocazione” delle intervisioni, di supervisioni online dirette e indirette con risvolti interessanti.
Il sabato pomeriggio si chiude il congresso con contributi rispetto alle prospettive future. Rangone porta una relazione su “Nuovi adolescenti e nuove famiglie”, Elena Rolandi descrive un’esperienza di Cyber-scuola per nonni, Alberto Ricci indaga verso quali direzioni può estendersi l’offerta sanitaria, in una prospettiva manageriale del SSN. Marco Bianciardi, invita a riflettere sempre di più sugli aspetti epistemologici della crisi ambientale, ovvero sulle “patologie dell’epistemologia”, ad esempio di intendere la relazione uomo/ambiente non in termini di separatezza, ma di partecipazione e co-evoluzione, sottolineando l’importanza di leggere gli eventi in termini di relazione.