Editoriale (numero 4)

Editoriale (numero 4)

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Di Enrico Valtellina

Ciò che mi è sempre sembrato straordinariamente fertile nella prospettiva del Milan Approach è la capacità di integrare prospettive, di aprirsi a suggestioni teoriche di altre “scuole” anziché arroccarsi in un’ortodossia. La nuova serie di Connessioni onlinene è testimonianza, e anche questo numero è straordinariamente ricco di spunti e suggestioni.

All’apertura teorica corrisponde, storicamente, si pensi alla formazione di Luigi Boscolo e Gianfranco Cecchin e alla tradizione di interscambio, teorico e umano, con Nord e Sud America, l’apertura al resto del mondo. Di ciò racconta il primo intervento, di Michele Mattia, costola elvetica della scuola di Milano.

Decisamente interessante, sempre sul fronte del confronto, l’intervento di Luca Casadio sullo specifico dell’inconscio sistemico, se la psicoanalisi è stata l’orizzonte aurorale da cui, ormai più di mezzo secolo fa, si è elaborato il pensiero sistemico, non di meno la sua elaborazione di un concetto cardine come quello di inconscio presenta caratteri specifici, che correggono in modo sostanziale la prospettiva freudiana, alla luce delle intense elaborazioni batesoniane.

Un passaggio cardine nell’evoluzione del pensiero sistemico intrama il contributo di Gianluca Ganda, ovvero il superamento della prospettiva strategica, realizzato attraverso l’assimilazione dello spirito dell’opera batesoniana. In qualche modo, più che di una evoluzione tecnica, si è trattato di un’assunzione etica, abdicare alla pretesa di potere manipolare il mondo per fare spazio alla gentilezza, per creare, nelle parole di Boscolo e Bertrando, “Un contesto terapeutico in cui siano massimi l’ascolto, l’empatia e il rispetto”.

Segue il testo di Sabrina Piroli, che traccia il suo personale itinerario formativo, in cui l’integrazione delle prospettive teoriche giunge ad arricchire la strumentazione del terapeuta non solo di tecniche, ma di strumenti culturali ulteriori, come quelli offerti dalla letteratura e dal mito.

Ultimo sostanzioso boccone del quarto numero: un momento clinico nodale approfondito in modo straordinario dalla scuola di Milano, tanto da Boscolo e Cecchin, quanto da chi ne ha raccolto l’eredità, si pensi ai volumi dedicati al tema da Pietro Barbetta, è la diagnosi, che ritroviamo al centro del contributo di Alessandro Mantovani e Alessia Marconato, in relazione alla questione delle dipendenze, indagati attraverso un approfondito lavoro di ricerca empirica.

Di seguito la rubrica “Dal mondo sistemico” curata da Umberta Telfener (responsabile dei rapporti internazionali per il Centro Milanese di Terapia della Famiglia) con la sua cronaca da Timisoara e da Beirut. Poi Barbara Trotta sulla 7Conferenza di Berlino sulla ricerca qualitativa nella salute mentale. In ordine cronologico segue una nota di Pietro Barbetta che ha partecipato al congresso della World Association of Cultural Psichiatry a New York, poi un commento di Massimo Giuliani sul convegno delle Scuole del Centro Milanese (dedicato a Basaglia) e infine la testimonianza di Mauro Piccinin sulla giornata SIRTS del 27 ottobre 2018 su “La violenza estrema della guerra”.

Chiudono il numero le recensioni, di Marpa Crisciani a Separazioni conflittuali di Davide Sacchelli e Renzo Marinello, di Paolo Pressato e Arianna Barazzetti a Letti sfatti di Umberta Telfener, e di Francesca Mariani a L’altra verità di Alda Merini. Quest’ultimo contributo chiude il numero raccordando questa quarta uscita di Connessioni nuova serie al quarantennale della legge Basaglia, ricorrenza che è stata occasione per l’organizzazione da parte del Centro Milanese dello straordinario convegno di cui si è detto poco più su.